Protesi D’Anca

L’Anca è un’articolazione composta dalla testa del femore e dall’acetabolo, nel tempo può subire dei danni al suo interno limitando la mobilità e causando dolore.

Questa sintomatologia è data dall’Artrosi, una patologia degenerativa causata da una degradazione della Cartilagine (tessuto formato da condrociti che secernono una sostanza costituita da fibre elastiche e collagene, che permette un corretto scivolamento delle salienze ossee) all’interno delle articolazioni.

Nello stato avanzato di questa patologia, con un consumo non solo della cartilagine articolare ma anche delle ossa, con conseguente necrosi dei tessuti, è possibile ricorrere alla sostituzione parziale o totale delle strutture ossee tramite delle Protesi Articolari.

QUANDO SI USA LA PROTESI

Le principali cause per le quali viene utilizzata la sostituzione dei capi ossei con la protesi sono:

    • Coxartrosi: artrosi dell’anca che da dolore e limitazione articolare
    • Fratture: quando viene fratturata la testa del femore il medico potrà valutare se ridurre la frattura con osteosintesi oppure procedere con la protesi. Nelle fratture si utilizza il più delle volte una protesi monocompartimentale, cioè solamente del femore e non dell’acetabolo
    • Displasia dell’anca: questa patologia genetica, diagnosticata alla nascita, non permette alla testa del femore di collimare perfettamente con l’acetabolo, causando nel tempo lussazioni dell’anca e artrosi
    • Conflitto Femoro-Acetabolare: questa situazione comporta un contatto errato tra la testa del femore e l’acetabolo, la cui irregolare pressione causa nel tempo una sofferenza dell’anca
  • Necrosi Ossea: un’errata perfusione della testa del femore può comportare una necrosi della stessa, avendo ripercussioni su tutta l’articolazione coxofemorale

Il sintomo comune a tutte le cause è il dolore che aumenta nel tempo fino a divenire invalidante.

COXARTOROSI

La Coxartrosi è la forma di artrosi riguardante l’articolazione dell’anca. La patologia è differenziata in due modi:

    • Primaria: tra i 40 ed i 50 anni, è indotta da un errato metabolismo dei condrociti
  • Secondaria: tra i 60 ed 70 anni, è un naturale processo di invecchiamento della cartilagine articolare

Il sintomo principale della patologia è il dolore (coxalgia), il quale si presenta in sede inguinale e glutea, talvolta con irradiazione nel comparto laterale della coscia, e con maggiore importanza al risveglio e dopo esser stati seduti per molto tempo.

Un sintomo che appare più avanti nel decorso è la limitazione articolare, data da dalla progressiva diminuzione della cartilagine e, nelle fasi gravi, dal contatto delle ossa tra di loro.

La causa principale della coxartrosi è l’età, poiché con il tempo le articolazioni subiscono inevitabilmente un usura. Questa è aumentata da stili di vita non corretti o da alcuni sport, come la corsa o il calcio, che nel tempo inducono un’usura maggiore dell’anca.

COM’È FATTA UNA PROTESI

La protesi d’anca non è altro che un’articolazione artificiale in metallo e ceramica composta da:

    • Cortile Artificiale: che viene inserito all’interno dell’acetabolo
    • Testa Femorale: sferica, che verrà inserita nel cotile
  • Stelo: innestato nel femore per dare stabilità alla testa femorale

Esistono due tipi di protesi:

    • Artroprotesi: protesi totale che comprende tutti i capi articolari
  • Endoprotesi: protesi parziale in cui si va a sostituire solamente la testa del femore

Durante l’intervento si dovrà decidere come far attecchire lo stelo al femore. Si utilizzano due tecniche:

    • Protesi cementata: utilizzata maggiormente nelle persone anziane e quindi in uno stato di maggior degradazione dell’osso (osteoporosi)
  • Protesi non cementata: lo stelo viene inserito a pressione e si dovrà attendere il completo atticchimento dell’osso alla protesi prima di procedere ad un carico completo

RIABILITAZIONE

La Riabilitazione della protesi d’anca si pone come obiettivi il recupero della completa articolarità, il recupero della forza muscolare, il trattamento della cicatrice ed il ripristino di un corretto schema del passo.

Nella prima fase post operatoria va fatta molta attenzione a mantenere la testa del femore il più possibile a contatto con l’acetabolo. Per fare questo vanno evitati dei movimenti “lussanti” che variano in base all’accesso chirurgico scelto.

Quello più usato è l’accesso laterale ed i movimenti da evitare sono:

  • Flessione d’anca oltre i 90°
  • Eccessiva abduzione dell’anca (movimento in apertura)
  • Accavallare la gamba operata su quella sana

L’articolarità verrà ricercata tramite esercizi di mobilizzazione prima attivo-assistita e successivamente attiva. Andranno ricercate le corretta lunghezza muscolari tramite la respirazione ed esercizi di stretching.

La forza muscolare verrà recuperata tramite esercizi isometrici e successivamente isotonici a catena cinetica chiusa (CCC) e aperta (CCA). È possibile abbinare delle sedute di massoterapia per rilassare i muscoli sottoposti a stress durante la riabilitazione.

La cicatrice è un aspetto che non va sottovalutato durante il recupero dall’intervento. Dopo 15 giorni dalla chirurgia verranno tolti i punti di sutura ed in quel momento va effettuato il Massaggio Trasverso Profondo per evitare che si formi una cicatrice patologica che quindi aderisca ai piani tissutali sottostanti, creando dolore e limitazione del movimento.

Il recupero del corretto schema del passo è la sezione fondamentale della riabilitazione. Esso potrà iniziare non appena l’osso avrà attecchito alla protesi (questo processo può essere accelerato tramite la Magnetoterapia) procedendo inizialmente con un carico sfiorante e l’uso di un deambulatore con sottoascellari per arrivare ad un solo bastone canadese dopo circa un mese. Va eliminata la zoppia tramite esercizi di carico e verranno organizzati dei percorsi accidentati per recuperare la giusta lunghezza e larghezza del passo.

Il paziente dovrà tornare alle sue abitudini di vita quotidiana e sportiva poiché questa operazione non comporta, dopo alcuni mesi, nessuna limitazione allo stile di vita desiderato.

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